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Icaro delle cadute @ Galleria Francesco Zanuso

10 Settembre – 1 ottobre 2020
Galleria Francesco Zanuso
Corso di Porta Vigentina, 26 – Milano

giornata inaugurale mercoledì 9 settembre, ore 11 – 21

La mostra “Icaro delle cadute”, esposta presso la Galleria Francesco Zanuso dal 10 settembre al 1 ottobre, è il racconto per immagini di Lucia Lamacchia e Franco Raggi intorno al tema della caduta evocata nel metaforico viaggio di Icaro.

Un connubio concettuale e iconico caratterizza le opere dei due artisti dove i soggetti che cadono, realizzati da Lucia Lamacchia, trovano luoghi simbolici sui quali atterrare nei lavori di Franco Raggi. Un parallelismo che allude al mito di Icaro sia per quanto concerne l’atto della caduta, sia alla figura del padre, Dedalo, architetto e creatore, di labirinti.

 

Lucia Lamacchia dal 2010 dedica la sua ricerca artistica allo studio del vuoto. Le figure che ritrae, persone, animali e oggetti sono rappresentati in caduta libera, in posizioni differenti, con atteggiamenti di resistenza o di abbandono nei confronti della gravità. Attorno a loro, lo spazio totalmente bianco del foglio descrive il vuoto, l’assenza, che, in una sorta di gioco fra elementi contrapposti con i personaggi disegnati, assume fondamentale importanza.

La selezione di opere in mostra, realizzate fra il 2018 e il 2020, presenta persone e animali; si passa da un boxeur ad una calciatrice che nel movimento atletico perdono l’equilibrio, da un bambino e una donna che compiono un salto nel vuoto, fino a un direttore che a braccia aperte, sprofonda in uno spazio sconosciuto.

Caratterizzati da un tratto delicato e dai colori sfumati, questa serie disegni a pennarello su carta vuole essere come afferma l’artista “un’esortazione a godersi la caduta, nell’ottica positiva che questa sia una metamorfosi, un nuovo inizio…”.

 

In direzione analoga sono orientati i disegni di Franco Raggi, pensati come risposta alle figure cadenti di Lucia Lamacchia; paesaggi immaginari dal titolo “Luoghi organizzati per cadute improbabili” che danno vita a paesaggi destinati alle cadute, predisposti ad attutire il colpo, a salvare, se fortunati, coloro che precipitano. L’artista inserisce in scenari naturali, desolati e scarsi di vegetazione, delle costruzioni arcaiche e irreali, tralicci, muri, stanze senza soffitti, zattere, strutture labirintiche, con al loro interno teli, materassi, tappeti erbosi, parti morbide per alleviare l’impatto al suolo. In questi lavori  a penna e acquerello emerge la vena ironica e paradossale, legata alla poetica di Franco Raggi che nei suoi disegni, allestimenti, scenografie e oggetti, spesso si sofferma su accostamenti tra concetti opposti come “Stabile/Instabile”, “Mobile/Immobile”, “Antico/Moderno”, come mostra in modo iconico la lampada La Classica progettata nel 1975,  prodotta oggi dall’artista in serie limitata ed esposta al centro della mostra.

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