A differenza dell’architettura d’interni, il design si occupa di oggetti senza luogo e cliente; oggetti figli di osservazioni e riflessioni, di esperimenti e invenzioni, talora inaspettate e più spesso cercate. Ho disegnato oggetti a volte poco utili ma capaci di raccontare delle storie. Li ho sempre considerati come una nebulosa di pensieri che si coagulano in forme. Come diceva Vico Magistretti, gli oggetti che produciamo sono emittenti continue di un pensiero, di un modo di vivere la contemporaneità, disseminati nello spazio delle case altrui. Raramente ho messo miei oggetti negli interni che ho realizzato: mi pare una specie di doppia imposizione. Inoltre più che l’arredamento mi interessa la costruzione di uno spazio sufficientemente solido e forte da resistere alle libere e legittime intrusioni di arredi e memorie che gli abitanti portano con sé. Se le ragioni di un progetto sono chiare e coerenti, resisterà a ogni accostamento traendo vitalità dalle differenze. Il ‘coordinato’ è per chi teme il cattivo gusto.