Corpus Domini
Un progetto di Non-Allestimento.
Palazzo Reale Milano
27 Ottobre 2021 – 30 Gennaio 2022
Ci sono opere che creano esse stesse lo spazio della loro percezione in relazione alle loro dimensioni e alla tridimensionalità e la loro esposizione rifiuta ogni allestimento evocativo o creativo.
Nell’Allestimento della mostra Corpus Domini a Palazzo Reale a Milano, questa condizione ha riguardato molte delle opere esposte, dalle installazioni più grandi alle opere più piccole, ma altrettanto potenti e coinvolgenti nella loro occupazione dello spazio. La scelta di un allestimento ha poi a che fare con lo spazio che lo ospita. Nel caso di palazzo Reale lo spazio espositivo si presenta come una successione di stanze di dimensioni e spazialità diverse, voltate senza particolari pregi architettonici (questi ultimi riservati alle sale del piano superiore “nobile”). Spazi in fondo anonimi nei quali gli allestimenti precedenti hanno in generale nascosto completamente le strutture esistenti evitando di mostrate i successivi e poco coordinati interventi di adeguamento per le funzioni museali. Impianti elettrici e di illuminazione, impianti di condizionamento climatico, segnaletiche di sicurezza, ed altro si sono sovrapposti nel tempo senza un progetto organico e definitivo. Alla fine si può affermare che lo spazio espositivo di Palazzo Reale sollecita il suo travestimento e il suo occultamento dietro pesanti e costose strutture temporanee sulle quali “appendere” le mostre o simulare spazi altri con un intento necessariamente scenografico.
Per la mostra Corpus Domini l’esiguità delle risorse e la potenza visiva delle opere esposte ha suggerito una proposta progettuale basata sull’assenza e sulla neutralità. Assenza di strutture temporanee “pesanti” e accettazione delle strutture esistenti così come sono con pregi e difetti dovuti alla assenza di un progetto museale compiuto. Neutralità dello spazio ottenuta attraverso una scelta cromatica unica e totale. Il colore grigio che ha attenuato le discontinuità presenti sia negli spazi che nelle pareti che nelle pavimentazioni, contraddetto solo dalla “recinzione” delle opere con un nastro adesivo bianco. All’interno di questa omogeneità “strutturale” e semantica ogni opera occupa lo spazio che la sua natura e struttura le permette di occupare in un calcolato dialogo e competizione senza isolamenti e separazioni. L’ultima scelta riguarda la filosofia illuminotecnica. La mostra è consapevolmente mantenuta in una generale penombra nella quale le opere emergono singolarmente e discretamente illuminate.
Uniche due eccezioni a questa uniformità la stanza nera di Kosuth e Gormley e la stanza dedicata a Lea Vergine nella quale l’allestimento con i mobili di Enzo Mari della serie “Autocostruzione” evocano la profonda relazione tra due figure fondamentali dell’arte e del design contemporaneo.
Fotografie di Edoardo Valle
-
DATA:
2021
-
LUOGO:
Palazzo Reale Milano
-
PROGETTO CON :
Sofia Coutsoucos, Letizia Melano, Erika Baffico